“Poveri a noi” di Elvio Carrieri
Salotto Letterario di GRANI FUTURI 2025
a cura di Lucia Tancredi – scrittrice

“Grani Futuri” non è solo cibo, anzi pane e tutto ciò che ci ruota attorno: è anche, anzi
soprattutto, nutrimento per l’anima con le porte spalancate ai giovani. Ed è proprio per
questo che il Salotto Letterario 2025, a cura della scrittrice Lucia Tancredi, ha ospitato il
giovanissimo scrittore Elvio Carrieri, ventenne barese che si è subito distinto come il più
giovane finalista nella dozzina del prestigioso Premio Strega.
Affonda la sua passione nella poesia, al suo primo libro è già un emergente che si è fatto
notare, ma di solito la letteratura non ama la giovinezza. Elvio Carrieri, invece, si afferma
con un libro ambientato nella sua città: Bari. La narrazione di “Poveri a noi” spazia fra una
selva di personaggi che sono trimoni, prisi, con un condimento a base di dialetto barese,
non tradotto e che, quindi, anche noi utilizziamo in lingua diciamo originale. Ogni capitolo
possiede un sottotitolo in dialetto barese.
Senza spoilerare i contenuti dell’opera, vi diciamo che due sono i protagonisti principali,
con una figura femminile comprimaria. Uno di loro, tale Felice Caporaletti, viene chiamato
Plinio il vecchio. Tutti i personaggi sembrano quasi ballare sotto il vulcano ma potrebbero
anche essere che si salvino dalla eruzione? La domanda resterà sospesa fino a che non si
leggerà il libro “Poveri a noi” con un finale quasi sacrale. La risposta se si salvano o meno
è nel sangue ma “Poveri a noi” di Elvio Carrieri è una bellissima satira.
La storia inizia da un episodio di violenza insensata, ma il libro non ha niente a vedere col
bullismo e spiega come “eravamo semplici e saccenti”. Nel libro c’è un io narrante che ha
questo sguardo di ricognizione sul suo amico tremendo, bruttissimo e prosegue per 214
pagine.
Come Elvio diventa scrittore? Il suo scrivere lievita, come è opportuno dire nel contesto di
“Grani Futuri” evento internazionale del pane, attraverso un rapporto epistolare con lo
scrittore Francesco Forlani. Elvio gli manda delle sue poesie quando facevo ancora il liceo
e da lì inizia un dialogo che si tramuta presto una sorta di apprendistato, senza passare
attraverso una classica scuola di scrittura. Subito dopo gli esami di stato, sferzato dalla
richiesta sfidante di Forlani, Elvio scrive – come richiesto – la sua opera in soli otto giorni.
A distanza di tre settimane riceve una telefonata che gli annuncia la pubblicazione, da
parte di un editore piccolissimo, con meno di due anni di attività. “Poveri a noi” si ritrova
sotto i riflettori del Premio Strega, mentre scriviamo guardiamo già avanti: chissà che il
Premio Strega arrivi davvero al giovane Elvio Carrieri, nel quale fermenteranno altre
esperienze e altri fecondi scritti.