Fonte: https://www.miticomagazine.com/territorio-e-sociale/i-tre-pani-del-gambero-rosso-al-forno-sammarco-di-antonio-cera/

La consegna è avvenuta a Roma ma il fornaio economista è rimasto a “Grani Futuri” con le sue furnare.

Mentre si svolge la terza ed ultima giornata di “Grani Futuri”, l’evento internazionale del pane, in località Stignano a San Marco in Lamis, a Roma il Gambero Rosso ha nuovamente premiato il Forno Sammarco del fornaio economista Antonio Cera, attribuendogli il prestigioso riconoscimento dei “Tre Pani”. Cera, ideatore di “Grani Futuri”, è rimasto a San Marco in Lamis con le furnare che si sono cimentate in una gara informale ma molto sentita.

Tre Pani del Gambero Rosso è il frutto di un percorso collettivo, costruito con passione, ostinazione e visione. Un premio che dedicano a tutto il loro team, a chi lavora ogni giorno con le mani nella farina e il cuore nella terra, e a una comunità che li sostiene e li ispira da sempre.

Grani Futuri è stato compiuto un passo importante: sono state poste le basi del primo progetto della Via del Pane. Un’idea che nasce in Puglia, tra i comuni simbolo dell’arte bianca, ma che guarda lontano: vuole essere un itinerario culturale, produttivo e simbolico che unisce territori, panificatori, contadini, ma anche scuole, istituzioni e viaggiatori. Una Via del Pane che parte dalla nostra regione ma ha l’ambizione di attraversare tutta l’Italia e, perché no, superare anche i confini nazionali. Perché il pane parla un linguaggio universale: racconta il lavoro, la pazienza, l’identità e la speranza. È un alimento, certo, ma è anche un gesto, un tempo, una cura.

Questo premio non è per loro un punto d’arrivo, ma un nuovo stimolo a fare meglio, a fare insieme, a continuare a “impastare il futuro” con grani giusti, mani consapevoli e visioni condivise. Continueranno a fare il pane come lo hanno sempre fatto: con rispetto, con amore, e con lo sguardo rivolto al domani.

Intanto lievitano le idee di “Grani Futuri”, un valore per il pane italiano e la Puglia con il fornaio Antonio Cera e il regista Fabrizio Catalano insigniti dall’Accademia delle Corna.

“Il pane è libero, semplice e speciale per tutti”. È con queste parole che Antonio Cera, il fondatore del movimento “Grani Futuri” ha chiuso la settima edizione, all’insegna dell’inclusione sociale. La cena dell’ultima serata CUM GRANO SALIS, SI COSTRUISCE ACCOGLIENZA ha unito i talenti di Luigi Nardella (Masseria Montaratro – Lucera), Giovanni Ingletti (XFood Ristorante – San Vito dei Normanni), Nicola Di Lena (Virgola Pasticceria Terapeutica – San Vito dei Normanni) portano in tavola una cucina che accarezza, ascolta, include anche coloro che hanno abilità diverse.

Leonardo Sciascia ed il patrimonio dell’archivio a lui dedicato a San Marco in Lamis, a cura di Antonio Motta che per anni ha intrattenuto un rapporto epistolare e umano con il grande scrittore siciliano, sono stati sotto i riflettori del salotto letterario grazie alla partecipazione del regista e drammaturgo Fabrizio Catalano, nipote di Sciascia. Dalla letteratura alla goliardia allegra e carnascialesca dell’Accademia delle Corna di Putignano, il salto è stato breve. L’onore di essere “Cornuti” è stato riservato a Grani Futuri, fra gli altri, ad Antonio Cera, al regista Catalano ed al giornalista decano di Telenorba Francesco Persiani. Il nesso fra la Segale che si mette le Corna, con l’allucinogeno rito di iniziazione dell’Accademia delle Corna di Putignano è la segale iermana, ingrediente arrivato fino al Gargano con l’invasione longobarda. Fra cultura e risate, il sorprendente spettacolo ha accompagnato le degustazioni.

 “Grani Futuri” ha affascinato scrittori, giornalisti, opinion leader, esperti in marketing che insieme a fornai e pasticceri fra i più celebri d’Italia vengono in località Stignano a San Marco in Lamis per confrontarsi ogni anno su di un tema diverso, quello del 2025 è stato “Il pane delle speranza”. Intanto, come ha sottolineato il sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla, la realtà è che questo piccolo Comune ricco di storia, tradizioni, prodotti tipici e pani sta riscoprendo – in ogni edizione di Grani Futuri – non solo l’arte bianca dei fornai, ma le sue identità. Fra queste l’arte orafa e la collana sustma che è stata illustrata nel press tour di ieri che ha fatto seguito alla visita ai monasteri della via Francigena, di Monte Sant’Angelo, di aziende virtuose che producono grani antichi e pasta bio premiata laddove c’era, fino a pochi anni fa, abbandono: Grani futuri è anche rinascita.