“Acqua di luna e farina di stelle. Tutta l’umanità è nel pane” di Elsa Di Meo
Salotto Letterario di GRANI FUTURI 2025
a cura di Lucia Tancredi – scrittrice
Elsa cosa è il pane? La scrittrice stimolata dalle domande argute di Lucia Tancredi, anche
lei scrittrice, risponde appassionatamente: “Parla di noi, potrebbe insegnarci la saggezza,
siamo una umanità distratta, che a volte fa passare il pane come qualcosa che fa male, fa
ingrassare, ma a parte questo il pane è una scuola: indica a tutti noi che ciascuno è un
seme. L’io da solo può poco, insieme agli altri la farina può creare cibo. Ognuno ha
bisogno di terra, di acqua, il pane è una strada attraverso la quale ciascuno di noi può
dare il meglio di noi stessi”.
Sono questi i fili che si riallacciano nel libro della scrittrice Elsa Di Meo “Acqua di luna e
farina di stelle. Tutta l’umanità è nel pane”, Edizioni Efesto, che si apre con la
presentazione dell’antropologo Pietro Clemente, da sempre impegnato per la
valorizzazione del patrimonio immateriale, con uno sguardo attento all’arte perché chi
cerca il pane buono, può trovare anche il pane bello ed il pane sacro.
Dalla semina al nostro pane quotidiano c’è tanto lavoro di tante persone, per questo la
scrittrice Elsa Di Meo – partecipando alle tre giornate di “Grani Futuri” – ha scelto di calarsi
nella realtà del foggiano, da sempre considerato come il Granaio d’Italia. Ha vissuto, nel
Gargano più interno, la fatica della mietitura a mano dei grani antichi, la magia di un
piccolo mulino a pietra che produce direttamente per fornai, pizzaioli, gourmet. C’è tutto
questo prima del magico passaggio del pane attraverso il forno, che simbolicamente
diventa l’attraversamento del mondo. Il pane, infatti, è come il sole è per tutti, in qualunque
latitudine del creato. La scelta di Grani Futuri 2025 di riflettere sul tema del “Pane della
Speranza”, in questi tempi bui di guerra nei quali si muore in fila per ottenere un pugno di
farina per fare il pane, è quanto mai significativa.
È come se si fosse scissa la sacralità dal pane, trasformando il diritto al pane – che è
sacrosanto – a mutarlo nel potere di alcuni a concederlo o negarlo. Nella narrazione,
sensibile e colta, della scrittrice Elsa De Meo, il pane è una piccola grande scuola che
insegna amore, dignità, rispetto senza i quali è difficile che cresca qualcosa di equilibrato,
senza fretta. Gli esempi, oltre i pani del Gargano e della Puglia, sono numerosi se
pensiamo ai pani rituali della Sardegna, che l’autrice ha portato per la presentazione della
sua opera nel Salotto Letterario di “Grani Futuri” 2025. Il pane segue la nostra vita, dal
battesimo al matrimonio e fino ai funerali perché, in ciascuna di queste occasioni, c’è un
momento di condivisione.
L’aspirazione, dunque, è il pane della speranza in contrapposizione con la desertificazione
della cultura del pane per le nuove generazioni. La sacralità del pane va riscoperta come
essenza, come bisogno, questo è il cammino contro corrente che va insegnato.
“Partecipare a “Grani Futuri” mi ha permesso di incontrare persone meravigliose che
amano il loro lavoro, il pane e la terra delle loro radici. Una condivisione magica in cui
hanno interagito professionisti eccellenti, ma motivati dall’amore per il pane – ha concluso
la scrittrice Elsa Di Meo -. Creatività, gusto e arte nelle tavole serali hanno consentito
scambi di esperienze, anche di vita. Considero la mia presenza qui una sincronicità, un
dono che mi ha messo in contatto con anime che desiderano, come me, valorizzare un
cammino di condivisione, scoperta, conoscenza e diffusione dei tesori della nostra bella
cultura”.