Biologo e farmacologo

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Che c’entra uno scienziato, nel mio caso un neurobiologo, con un movimento come Grani futuri?

Che c’entra uno scienziato, nel mio caso un neurobiologo, con un movimento come Grani futuri? La prima risposta mi viene da un convegno a Philadelphia a cui ho avuto la fortuna di partecipare, in cui adolescenti fra i 15 e i 16 anni hanno illustrato le invenzioni nell’ambito della biomedicina che erano stati chiamati a sviluppare. Mi hanno lasciato sgomento e commosso, ho visto con i miei occhi quello che si può ottenere investendo in capitale umano e sociale. Ecco, cercare di far crescere l’umanità, andare oltre i propri confini e oltre le prossime colonne d’Ercole, valorizzano le risorse e trasformandole in cultura, questo è il punto. E dovrebbe essere un punto di vantaggio se consideriamo che l’Italia possiede un patrimonio culturale, che comprende le varietà di specie agricole, impressionante. Il senso profondo di Grani futuri è recuperare valore a quella società tipica del Mediterraneo che è la nostra, e che ha insegnato al mondo come si governa, come si vive, come si mangia. E che va dimenticando progressivamente come si fa. L’altra motivazione riguarda più da vicino il mio lavoro. Io sviluppo medicine, terapie biologiche, ma ci sono cose che comprendiamo ancora molto poco. Una di queste è il potere della mente, in senso reale. Uno stato mentale positivo è una astrazione intangibile, ma è certo che si trasforma in chimica buona: fa rilasciare degli ormoni che hanno un’azione benefica sul sistema immunitario rendendolo molto più equilibrato e forte. Ecco, i bambini che fanno il pane sono così felici che li vedi immersi in una forma di ipnosi, la gioia di tenere le mani in quell’impasto è una sorta di terapia emotiva che – come dire? – li predispone ad accogliere meglio e più efficacemente le terapie classiche. Il cervello è una macchina motivazionale, e un laboratorio del pane per i piccoli pazienti dei reparti pediatrici che hanno la possibilità di concretizzare con le proprie mani qualcosa che si crea e si mangia, ha un valore clinico e terapeutico straordinario.